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LA FIGURA DEL PALADINO A LOT
La figura del Paladino a Lot

La figura del Paladino e quella del Cavaliere, che dovrebbe rappresentare, sta perdendo sempre più spessore a Lot.
Troppo spesso ci troviamo a combattere in situazioni dove i nostri avversari sono in grado di utilizzare poteri magici, di compiere evoluzioni spettacolari e quant'altro le regole del Gran Ducato permettano fare.
Noi invece siamo assai penalizzati, ci hanno tolto gli incantesimi clericali, non possediamo le tipiche Spade Sacre e non possediamo la tipica Aura che circonda il Paladino, insomma siamo quasi un "Esercito", però con una Grandissima differenza, quella differenza è l'Antico Codice che ci guida e la Cavalleria che molti di noi hanno a cuore.
Una grossa differenza dunque, ma noi oltre che Paladini nel Cuore e nell'Animo siamo anche giocatori di ruolo, e dobbiamo riuscire ad interpretare sempre meglio il nostro ruolo a Lot.
Dunque il progetto dell'Accademia è anche formare dei buoni Paladini in perfetto stile medieval-fantasy, come l'ambientazione richiede.

Ma com'è un buon Paladino in un GdR?
La Compassione per aspirare al Bene, la Volontà per sostenere la Legge e il Potere per sconfiggere il Male: queste sono le tre armi del Paladino.
Pochi hanno la purezza e la devozione necessarie per seguire il cammino di questo particolare Cavaliere, ma questi pochi sono ricompensati col potere di proteggere, curare e punire.
In una terra di maghi misteriosi, preti sacrileghi, draghi assetati di sangue e creature infernali, il Paladino è l'Ultima Speranza che non può morire.
I Paladini affrontano con serietà le loro avventure e hanno la tendenza a riferirsi ad esse come "Cerche".
Anche una missione comune, nel cuore del Paladino, è una sfida personale: un'opportunità per dimostrare coraggio, sviluppare abilità da guerra, apprendere strategie e trovare il modo di compiere il Bene.
I Paladini devono essere legali-buoni e perdono i loro insegnamenti e le loro capacità se deviano da questo allineamento.
Inoltre i Paladini giurano di seguire solennemente un Codice di condotta in linea con legalità e bontà.
I Paladini non hanno la necessità di essere devoti ad una religione in particolare.
La devozione alla rettitudine per molti è sufficiente.
Chi si schiera con una Divinità (ovviamente sempre volta all'Ordine e al Bene) sarà devoto e scrupoloso nell'osservare ogni cerimonia e ogni dovere, questi Paladini saranno bene accetti nel luogo di culto del loro Dio, che nel Granducato di Lot è il Culto della Dea Themis.
Nessuno sceglie di essere un Paladino.
Diventare Paladino significa rispondere ad una chiamata e accettare il proprio destino.
Nessuno, per quanto diligente, può diventare Paladino con la pratica.
La vocazione è o non è dentro di lui e non è possibile guadagnare la natura del Paladino con un atto di volontà.

Ma nella realtà com'è stata descritta la figura del Paladino?
Innanzitutto bisogna dire che il nome Paladino deriva da Palatium, il palazzo reale, da qui la derivazione del nome Palatini, in seguito divenuto Paladini nel linguaggio volgare.
La prima volta in cui questo nome venne usato fu durante il regno di Carlo Magno, quando egli volle avere accanto a se dodici Cavalieri per condividere con loro gioie e dolori, vittorie e sconfitte,insomma avere insieme a se dei fratelli che condividevano gli stessi ideali Cavallereschi che lui, come Re, aveva dentro.
Molte saghe epiche sono state scritte, basta pensare all'Orlando, piene di spade potenti, cavalcature fidate e tutte le classiche icone del romanzo Cavalleresco.
Ovviamente la realtà era molto diversa, la potenza di questi Cavalieri non era dovuta alla magia delle loro spade, bensì grazie al numero del loro esercito personale.
Ma Carlo Magno per creare i suoi Paladini s'ispirò a quel mitico Ordine di Cavalieri che era la Tavola Rotonda.
Loro più di tutti nella storia, reale o fantastica che sia, hanno rappresentato l'ideale Cavalleresco, a loro è attribuita la creazione dell'Antico Codice e a loro tutti i Cavalieri si ispirano.
Che Artù e i suoi uomini siano esistiti oppure no, che Lancillotto abbia davvero spasimato d'amore per Ginevra o che Parsifal abbia messo in gioco la propria purezza per ritrovare la sacra coppa del Graal è del tutto irrilevante ai fini di comprendere ciò che il loro mito rappresenta.
Essi giurarono di non ricorrere mai alla violenza senza un giusto scopo, di non abbassarsi mai all'assassinio e al tradimento. Giurarono sul loro Onore di non negare misericordia a chi ne facesse richiesta, e di proteggere fanciulle, gentildonne e vedove, facendone valere i diritti senza mai sottoporle alla loro lussuria.
E promisero di non battersi per una causa ingiusta o per vantaggi personali.
Questo giuramento pronunciarono i Cavalieri della Tavola Rotonda e ad ogni Pentecoste lo rinnovavano.
Ma al di là di questo solenne impegno, fondato su essenziali principi di Lealtà ed Onore, di Carità ed Amore, l'iniziazione cavalleresca comporta l'annientamento dell'individuo e la sua rinascita in funzione di un ruolo eroico superiore, secondo cerimoniali che, indipendentemente dalle liturgie, rinnovano i grandi riti di passaggio delle società primitive.
Questo per il Cavaliere, si traduce nella reintegrazione dello stato edenico primitivo, in uno stato che si può definire androgino, corrispondente alla unione delle due Nature.
In quest'ottica, il simbolismo della Dama da ricercare per completare la propria identità è indispensabile alla comprensione dell'iniziazione cavalleresca.
L'accesso all'anima e al castello della Dama comporta il superamento di prove inaudite.
Ma questo non è che l'inizio di un percorso spirituale, contrassegnato da ulteriori più complesse prove, a conclusione del quale c'è il compimento dell'impresa definitiva ed assoluta, identificabile per i Cavalieri della Tavola Rotonda nella Cerca della propria Luce interiore.
Il Cavaliere, dunque, nel corso di questo itinerario dovrà misurarsi con due ordini di misteri, che gli esoteristi più meticolosi distinguono in Piccoli Misteri e Grandi Misteri. I primi sono quelli connessi all'esercizio dell'azione, per il quale è sufficiente l'investitura cavalleresca; i secondi riguardano la pratica della contemplazione, per la quale è necessaria una più elevata iniziazione sacerdotale.
Questa è la lezione più nitida che si può trarre dalla leggenda di Artù e dei suoi eroi visionari: perennemente in armi per la realizzazione di un Sogno, perennemente in procinto di farcela, perennemente sconfitti alla soglia dell'impresa definitiva dalla loro umana imperfezione.
Che nemmeno l'illusione mistica del Graal, forse perché generata anch'essa dall'orgoglio di poterlo possedere, è in grado di sanare.

Ma come deve essere il Paladino di Lot?
La nostra idea è che in "medius stat virus", quindi il Paladino di Lot dovrà essere un giusto amalgama fra fantasy, mitologia e realtà.
Facendo questo, chi come alcuni di noi, ha deciso di seguire anche nel reale i precetti del Codice, potrà tranquillamente seguirlo anche a Lot, in più potrà utilizzare la figura del Paladino classico per giocare nel nostro amato Gran Ducato.
Dunque ora cercheremo di delimitare la figura del Paladino tipo di Lot, ovviamente ognuno di noi potrà personalizzarlo come meglio crede, tenendo però presenti alla mente alcune regole base.
Il Paladino di Lot, come già detto, dovrà essere un giusto amalgama fra un Cavaliere reale del medioevo e un Paladino fantastico.
Esso dovrà dunque aver ben presenti i precetti dell'Antico Codice, duellerà sempre nel rispetto delle regole, sia esse lottiane, sia di buon senso, ossia niente atti incredibili, solo azioni cavalleresche e poteri consentiti dalla propria razza.
Azioni egocentriche in cui l'unico scopo è rendere totalmente assurdo il gioco non sono consentite ad un Paladino.
Un Paladino di Lot sarà cortese con tutti e coadiuverà sempre il lavoro delle Guide e delle Guardie, anche se non farà parte della Corona, dunque il suo esprimersi sarà sempre educato, pacato e saggio, la sua conoscenza del Gran Ducato e delle sue leggi sarà buona.
Non asseconderà mai risse et similia ma potrà duellare, sempre secondo le regole del Codice, sarà un buon combattente e un buon giocatore di ruolo, pregherà la Dea perché gli conceda la Forza per superare le Prove più ardue.
Ricordiamoci che il Paladino di Lot è un devoto, quasi un santo e perciò darà sempre estrema importanza al culto della Dea con cui si sente perennemente in contatto.
Il Paladino di Lot è circondato da un'aura di luce, quest'aura lo rende benvoluto a chi è uomo giusto e mal visto a chi vive nell'oscurità.
Si dovrà inoltre allenare fino a raggiungere il massimale di forza e erudirsi fino ad ottenere una giusta sapienza e quindi un alto punteggio mente; essendo un provato uomo d'armi dovrà avere almeno 100 punti exp.
Importante sarà che egli conosca bene l'ambientazione medievale e fantasy, in modo da poter creare un perfetto Paladino di Lot.
Questi dunque a grandi linee i parametri del personaggio tipo su cui ognuno creerà il proprio background.


Per finire:

Questo il Progetto, se Vi piacerà noi inizieremo a dar vita all'operazione.
Ci rendiamo conto che possa sembrare una rivoluzione ma crediamo che sia comunque una rivoluzione costruttiva, che renderà la nostra Gilda sempre più Grande e Lucente.
Inoltre appronteremo una serie di corsi e prepareremo gli esami, perfezioneremo un motore di combattimento per allenarci con le battaglie e scriveremo quest per effettuare GdR con le altre Gilde.
Abbiamo già allestito inoltre un sito dell'Accademia con le planimetrie ed i nuovi Simboli che sono già stati inviati.
In Fede

Lord Lebow di Cadarn
Signore dei Paladini di Lot

Updated 25-Nov-2002 3:29 copyright 2001-2002 Web Master Gold Dragon contact me webmaster@golddragon.net